PAINTINGS
Francesco Madonnina (1561-1591)
Provenance
Collezione privata, Bologna / Private Collection, BolognaLiterature
L. Vedriani, Raccolta de pittori et architetti modenesi più celebri, Modena, 1662, p. 96;
A. Mazza, La pittura a Modena e Reggio Emilia nella seconda metà del Cinquecento, in La pittura in Emilia e in Roma- gna. Il Cinquecento, II, a cura di V. Fortunati, Bologna 1995, pp. 182-202;
G. Mancini, Domenico Carnevali e la pittura a Modena nella seconda metà del Cinquecento, in Pittura a Modena e a Reggio Emilia tra Cinque e Seicento. Studi e ricerche, a cura di G. Mancini, A. Mazza, Modena 1998, pp. 13-40; E. Ghetti, Una proposta per l’attività grafica di Francesco Madonnina, in “Taccuini d’arte”, n. 12, 2020, pp. 46-51.
Francesco Madonnina, personalità artistica del tardo Cinquecento modenese è ad oggi una figura poco nota agli studi specialistici. Membro della Confraternita di San Pietro Martire di Modena, morì in giovane età il 6 giugno 1591. Dal documento di morte, si deduce una nascita al 1561, essendo spirato “in età di anni 30 incirca”.
Le primissime informazioni sull’attività dell’artista sono tramandate dallo storico Ludovico Vedriani (1601-1670) nella sua Raccolta de pittori et architetti modenesi più celebri del 1662, il quale lo annovera tra i pittori che si erano distinti a Modena nel XVI secolo “per l’industria del suo pennello, e per la buona maniera del figurare tutto ciò, ch’ei voleva”.
L’opera più importante di questo raro pittore si trova oggi al Museo Civico “Il Correggio”. Si tratta del più importante esempio della maturità artistica di Madonnina e unica opere documentata: la pala della Madonna del Rosaio col Bambino, angeli e i santi Domenico e Tommaso d’Aquino. Originariamente eseguita per la chiesa di San Giuseppe Calasanzio in Correggio, è commissionata al pittore nel 1589 dalla Compagnia della Madonna del Rosario. Madonnina in questa opera utilizza un linguaggio colto, raffinato, elegante nei gesti che, come suggerito dalla critica, recupera e riprende modelli correggeschi e tipi alla Bartolomeo Passerotti in linea con quanto si osserva nella produzione coeva di Domenico Carnevali (Sassuolo, 1524 – Modena, 1579).
La Circoncisione di Gesù fu pubblicata con certa attribuzione al Madonnina nel 1995 da Angelo Mazza, il quale ricordava una vecchia presenza del quadro nella collezione Cavazzoni di Carpi.
L'opera riprende la grazia del gesto, l’avvolgimento dei panni e le gamme cromatiche cangianti che si riscontrano nei quattordici Misteri del Rosario in origine disposti intorno alla pala conservata a Correggio. La disposizione non simmetrica delle figure intorno alla scena principale, le cromie squillanti, tutte giocate sui toni dei rosa, dei gialli e dei rossi, rendono questa piccola tavola un’opera particolarmente felice della sua ridottissima produzione; ad aumentarne il fascino contribuisce poi l’eccezionale maestria di resa della brocca in bronzo posta in primo piano e il rapido incedere della figura girata di spalle.
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