Francesco Zurlini: Walk the Line
FRANCESCO ZURLINI
WALK THE LINE
solo show
"Tra conoscenza e agnizione, il bagaglio culturale di Francesco Zurlini metabolizza un linguaggio composito,
trasformandolo in materiale della sua stessa sintassi espressiva.
E' un riciclo fecondo, dal felicissimo e perfino edonistico riscontro visivo.
Il taglio del quadro prefigura una volontà narrativa, in sequenza, la composizione si agglomera in frammenti, strappi e
ritagli irregolari di colore uniforme secondo uno sviluppo aperto e fortemente dinamico.
Al suo interno il segno interferisce con sottolineature che se non sono ancora geometriche, presto lo diventeranno,
facendosi rettilineo o curvilineo sistema arterioso della composizione.
Il nero domina e dirige l'intera partitura cromatica.
L'artista evoca, innesta, trasforma, anticipa sul suo stesso lavoro, facendoci presto capire che quel raffinato big bang
sprigionatosi sul supporto va alla ricerca di una composizione, di un criterio ordinatore, di una chiusura, per quanto
sarà possibile dei frammenti levitanti nel nulla che ha prodotto.
Così, inevitabilmente, quasi per una nemesi morale, il suo ritorno all'ordine ricade nella via maestra dell'astrazione,
quando si tolga al termine tutte le connotazioni storiche e accademiche di cui è andato caricandosi nel tempo."
Giuliano Serafini
Francesco Zurlini (Roma 1969) è figlio d'arte nel senso letterale del termine. Dal padre Valerio, il noto regista cinematografico e collezionista, ha assorbito ed ereditato quella profonda passione per le arti figurative coltivate dal grande autore attraverso frequentazioni eccellenti tra gli altri Giorgio Morandi, Afro Basaldella, Giulio Turcato, Alberto Burri e Balthus.
L'arte insomma vissuta come esperienza quotidiana, ma anche come strumento educativo, come confidenziale presa di coscienza del mondo della creazione.
Intraprende la sua carriera artistica fin da giovanissimo a seguito dell'incontro con Afro Basaldella e con alcuni dei più grandi maestri dell'astrattismo. Incontri che lasciano l'impronta sulla sua pittura, permettendogli di aprire gli occhi su quell'estrema degenerazione dell'astrattismo che Gillo Dorfles ebbe a definire l'informale.
La singolarità del suo percorso artistico sta proprio nel lungo iato che intercorre tra l'apprendimento emozionale e intuitivo e la frequentazione attiva di quell'universo, con la consapevole acquisizione che gli permetterà di arrivare al linguaggio finale, al lavoro che possiamo apprezzare oggi, filtrato per l'appunto da questo lungo, alternante e invisibile apprendistato.
Tutte le cose sono in relazione tra loro, l'educazione, il proprio senso estetico, le esperienze maturate, la gioia e il dolore di determinati momenti e hanno avuto il loro peso specifico sulla sua formazione personale di uomo in primis, così come ne hanno determinato il suo essere artista.
È indubbio che l'ammirazione e l'amore verso certi artisti abbiano dato un forte impulso alla sua arte, soprattutto agli inizi, quando desiderava fortemente dipingere come loro, poiché desiderava realizzare un'opera che potesse trasmettere le stesse emozioni che aveva ricevuto lui vedendole per la prima volta, riflettere la stessa perfezione.
Poi però ci si stanca di tentare lungo questo cammino e così ogni artista si mette a dipingere nell'unico modo in cui è capace, è qualcosa che si deve tentare di fare per mettere in moto una situazione. Il problema non è tanto rifiutare il passato, quanto amarlo troppo poiché si rischierebbe così facendo di non trovare una propria via, un proprio stile pittorico. Ma naturalmente se si vuole dipingere si devi vedere tutto, tutto può influenzare e non si può evitare di vedere o guardare il passato.
Vive e lavora tra Bologna, Italia e Newport Beach (California - USA).
Galleria Maurizio Nobile – Milano
Via Santo Spirito, 7 - 20121 Milano
+39 (0)2 50 30 63 84
La mostra sarà aperta
dal 27 maggio al 17 giugno 2022
dal martedì al sabato 10h/13h - 15h/19h
Inaugurazione 26 maggio dalle ore 18h (alla presenza dell'artista).