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Nel tempo, la galleria ha fatto del genere del ritratto una delle sue specialità.
Il ritratto pone un duplice sfida che consiste in un duplice sforzo identificativo: riconoscere al contempo l’autore dell’opera e l’identità del modello.
Un rebus che spesso si arriva a risolvere, altre volte solo a metà o che, al peggio, resta irrisolto; specie sul fronte dell’identificazione del modello.
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Le sue dita lunghe come la polvere delle corde rilasciata sul violino ci dicono che il modello è un violinista di professione.
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Questioni di stile ci conducono in Francia fra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo.
Possibile dedurre altre informazioni?
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Altro di più non sembra sia possibile dire. Ma come spesso succede, presentando le opere nelle varie fiere internazionali cui prendiamo parte, le occasioni di entrare in contatto con visitatori a vario titolo implicati in svariati contesti di interesse non mancano ed ecco dunque che possibili tragitti di indagine, poco a poco, si delineano.
Parrebbe dunque che l’individuo ritratto in questo superbo ritratto sia un violinista francese, il virtuoso nonché accademico del nascente Conservatorio di Musica di Parigi, Jacques Pierre Joseph Rode (1774-1830).
Come si è giunti a questa ipotesi?
È stato grazie a un suggerimento di un violinista professionista della Scala di Milano, che qui ringraziamo, che ci è stata indicata la pista per risolvere, forse, una metà del rebus e pervenire all’identificazione dell’individuo ritratto.
Stante il ruolo ancor oggi giocato dalle invenzioni musicali di Rode nell’apprendimento tecnico/pratico dello strumento musicale – con i colleghi Pierre Baillot (1771-1842) e Rodolphe Kreutzer (1766-1831) egli mise a punto un metodo per violino edito nel 1803 ancor oggi in uso – un aspirante violinista, ancora imberbe, è certamente edotto sulle fattezze del volto del grande violinista francese.
I 24 capricci per violino che egli compose sono ancor oggi considerati, infatti, propedeutici a una solida formazione tecnica e musicale nell’apprendimento dello strumento a corde.
Andando dunque a cercare ritratti noti del violinista francese per verificare l’attendibilità del suggerimento, ecco che quello che sembrava essere un impaccio dell’artista nella resa dello scorcio dell’occhio destro della figura, si dimostra essere una caratteristica fisionomica del soggetto.
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Il nostro dipinto ritrarrebbe dunque un giovane ventiseienne o al massimo trentenne Jacques Pierre Joseph Rode, all’epoca in cui fu appunto nominato violinista solista particulière del Primo Console Napoleone o poco prima della sua partenza per la Russia alle dipendenze dello zar Alessandro I.
Forse un ritratto che si fece fare poco prima di partire e dar seguito a un altro momento folgorante della sua carriera?
Che dire invece dell’autore dell’opera?
Quale il nome pittore che ha dipinto questo straordinario ritratto?
Questa seconda parte del rebus si riuscirà a risolvere?
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Visto l’alto tenore nella resa degli incarnati, della vivezza d’espressione nel volto o delle vesti, di una qualità pittorica quasi tattile, l’autore è certo un ritrattista assai sperimentato.
Soltanto alcuni pentimenti presenti nella pittura – intorno alla capigliatura, la spalla destra, le dita della mano sinistra, il violino e il reggi-spartito - sembrano suggerire che egli fosse molto più probabilmente familiare con formati di ritratti di dimensioni più ridotte. Questa serie di correzioni effettuate sul dipinto in corso d’opera ha infatti como fine il riposizionamento della figura a una quota più bassa rispetto una fase inziale, con l’intento di porla meglio in relazione col riguardante secondo un dialogo spontaneo e informale.
Una pista molto interessante, ma ancora tutta da dover vagliare sul piano dello stile, ci è arrivata dal Signor Philippe Nusbaumer (comunicazione scritta).
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In attesa di doverosi accertamenti di stile, l’assegnazione alla mano del ritrattista Jacques-Antoine-Marie Lemoine rimane quindi puramente ipotetica; rimane tuttavia avvincente comprendere quanto anche il più piccolo dettaglio possa incidere nella risoluzione di un rebus.
Questa è giusta la narrazione di quanto siamo arrivati a concludere oggi su questo straordinario ritratto, le ricerche continuano, e chi avesse nuove piste da suggerirci noi siamo sempre all’ascolto.
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