• Nel tempo, la galleria ha fatto del genere del ritratto una delle sue specialità.

     

    Il ritratto pone un duplice sfida che consiste in un duplice sforzo identificativo: riconoscere al contempo l’autore dell’opera e l’identità del modello.

     

    Un rebus che spesso si arriva a risolvere, altre volte solo a metà o che, al peggio, resta irrisolto; specie sul fronte dell’identificazione del modello.

  • Chi è dunque questo giovane violinista che arresta un istante lo studio di una composizione e con fare fiero e sguardo amichevole si lascia ritrarre?

    A prima vista, quali informazioni la sua immagine ci trasmette?

    Chi è dunque questo giovane violinista che arresta un istante lo studio di una composizione e con fare fiero e...
  • Le sue dita lunghe come la polvere delle corde rilasciata sul violino ci dicono che il modello è un violinista di professione.

  • Questioni di stile ci conducono in Francia fra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo.

    Possibile dedurre altre informazioni?

  • Un dettaglio ci permette di circoscrivere gli anni di esecuzione del dipinto fra il 1800 e il 1804 circa; la... Un dettaglio ci permette di circoscrivere gli anni di esecuzione del dipinto fra il 1800 e il 1804 circa; la...

    Un dettaglio ci permette di circoscrivere gli anni di esecuzione del dipinto fra il 1800 e il 1804 circa; la capigliatura esibita dal giovane uomo cosiddetta alla Brutus.

    È l’acconciatura che il neo-console Napoleone adotterà dopo il suo ritorno dalla campagna d’Egitto.

    Egli si tagliò infatti il codino, accorciò i capelli portandoli in avanti, alla stregua appunto di un antico console romano.

    Fra i suoi sostenitori questa capigliatura divenne subito alla voga, in contrasto a quella detta alla Titus portata dai rivoluzionari più moderati che mantenevano, al contrario, il codino, ma sempre indossando l’orecchino consolare.

     

    Una moda che cadde comunque rapidamente in disuso con l’avvento dell’Impero napoleonico nel 1804.

  • Altro di più non sembra sia possibile dire. Ma come spesso succede, presentando le opere nelle varie fiere internazionali cui prendiamo parte, le occasioni di entrare in contatto con visitatori a vario titolo implicati in svariati contesti di interesse non mancano ed ecco dunque che possibili tragitti di indagine, poco a poco, si delineano.

    Parrebbe dunque che l’individuo ritratto in questo superbo ritratto sia un violinista francese, il virtuoso nonché accademico del nascente Conservatorio di Musica di Parigi, Jacques Pierre Joseph Rode (1774-1830).

    Come si è giunti a questa ipotesi?

    È stato grazie a un suggerimento di un violinista professionista della Scala di Milano, che qui ringraziamo, che ci è stata indicata la pista per risolvere, forse, una metà del rebus e pervenire all’identificazione dell’individuo ritratto.

     Stante il ruolo ancor oggi giocato dalle invenzioni musicali di Rode nell’apprendimento tecnico/pratico dello strumento musicale – con i colleghi Pierre Baillot (1771-1842) e Rodolphe Kreutzer (1766-1831) egli mise a punto un metodo per violino edito nel 1803 ancor oggi in uso – un aspirante violinista, ancora imberbe, è certamente edotto sulle fattezze del volto del grande violinista francese.

     I 24 capricci per violino che egli compose sono ancor oggi considerati, infatti, propedeutici a una solida formazione tecnica e musicale nell’apprendimento dello strumento a corde.

    Andando dunque a cercare ritratti noti del violinista francese per verificare l’attendibilità del suggerimento, ecco che quello che sembrava essere un impaccio dell’artista nella resa dello scorcio dell’occhio destro della figura, si dimostra essere una caratteristica fisionomica del soggetto.

  • Un ritratto del musicista inciso da Henri Grevedon del 1827 ci viene in tale senso in soccorso come pure un... Un ritratto del musicista inciso da Henri Grevedon del 1827 ci viene in tale senso in soccorso come pure un... Un ritratto del musicista inciso da Henri Grevedon del 1827 ci viene in tale senso in soccorso come pure un...

    Un ritratto del musicista inciso da Henri Grevedon del 1827 ci viene in tale senso in soccorso come pure un piccolissimo disegno alla matita nera oggi conservato al Museo della Musica di Parigi in cui viene ritratto un giovanissimo Rode forse in un momento di poco precedente il nostro ritratto; il profilo del naso, il disegno delle labbra e il mento appuntito sembrerebbero tornare nel volto raffigurato nel nostro dipinto.

  • Ammirato per la sua straordinaria abilità tecnica e per le sue composizioni, a partire dal 1790 circa, momento della sua... Ammirato per la sua straordinaria abilità tecnica e per le sue composizioni, a partire dal 1790 circa, momento della sua... Ammirato per la sua straordinaria abilità tecnica e per le sue composizioni, a partire dal 1790 circa, momento della sua... Ammirato per la sua straordinaria abilità tecnica e per le sue composizioni, a partire dal 1790 circa, momento della sua...

    Ammirato per la sua straordinaria abilità tecnica e per le sue composizioni, a partire dal 1790 circa, momento della sua affermazione professionale, Rode vive la vita itinerante di un virtuoso acclamato ovunque in Francia e non soltanto. Nel 1800 è nominato violinista solista per la musique particulière del Primo Console, Napoleone, ed è per breve tempo violinista solista all'Opéra. Tra il 1804 e il 1808 soggiorna in Russia, dove è nominato violinista di corte dello zar Alessandro I (1777-1825). Dopo il suo rientro a Parigi comincia a viaggiare per l’Europa. A Vienna, alla fine del 1812, si esibisce insieme all’ultimo genito dell’Imperatore Leopoldo II, l’arciduca Rodolfo Giovanni d’Asburgo-Lorena, che lo accompagna al pianoforte; tra il 1814 e il 1821 è a Berlino, dove conosce e sposa sua moglie e diventa amico intimo della famiglia Mendelssohn.

  • Il nostro dipinto ritrarrebbe dunque un giovane ventiseienne o al massimo trentenne Jacques Pierre Joseph Rode, all’epoca in cui fu appunto nominato violinista solista particulière del Primo Console Napoleone o poco prima della sua partenza per la Russia alle dipendenze dello zar Alessandro I.

    Forse un ritratto che si fece fare poco prima di partire e dar seguito a un altro momento folgorante della sua carriera?

    Che dire invece dell’autore dell’opera?

    Quale il nome pittore che ha dipinto questo straordinario ritratto?

    Questa seconda parte del rebus si riuscirà a risolvere?

  • Visto l’alto tenore nella resa degli incarnati, della vivezza d’espressione nel volto o delle vesti, di una qualità pittorica quasi tattile, l’autore è certo un ritrattista assai sperimentato.

    Soltanto alcuni pentimenti presenti nella pittura – intorno alla capigliatura, la spalla destra, le dita della mano sinistra, il violino e il reggi-spartito - sembrano suggerire che egli fosse molto più probabilmente familiare con formati di ritratti di dimensioni più ridotte. Questa serie di correzioni effettuate sul dipinto in corso d’opera ha infatti como fine il riposizionamento della figura a una quota più bassa rispetto una fase inziale, con l’intento di porla meglio in relazione col riguardante secondo un dialogo spontaneo e informale.

    Una pista molto interessante, ma ancora tutta da dover vagliare sul piano dello stile, ci è arrivata dal Signor Philippe Nusbaumer (comunicazione scritta).

  • Il Signor Nusbaumer ci segnala infatti che, nel 1810, il pittore ritrattista Jacques-Antoine-Marie Lemoine (1751-1824) espose al Salone di Parigi...

    Il Signor Nusbaumer ci segnala infatti che, nel 1810, il pittore ritrattista Jacques-Antoine-Marie Lemoine (1751-1824) espose al Salone di Parigi un ritratto del violinista Rode assieme a un secondo altro ritratto del noto violoncellista Jean-Henri Levasseur, dit “le jeune” (1764-1826).

    Che il nostro dipinto sia da identificarsi con il ritratto di Rode esposto al Salone nel 1810 da Lemoine?

    Registrato assieme al ritratto del violoncellista Levasseur al n. 111 dell’elenco delle opere depositate da Lemoine per essere esposte al Salon, chi ne registrò l’ingresso non indicò purtroppo le misure delle tele; non si sa dunque quali dimensioni esse avessero, se fossero opere di piccolo o di grande formato come nel caso del nostro dipinto.

  • In attesa di doverosi accertamenti di stile, l’assegnazione alla mano del ritrattista Jacques-Antoine-Marie Lemoine rimane quindi puramente ipotetica; rimane tuttavia...

    In attesa di doverosi accertamenti di stile, l’assegnazione alla mano del ritrattista Jacques-Antoine-Marie Lemoine rimane quindi puramente ipotetica; rimane tuttavia avvincente comprendere quanto anche il più piccolo dettaglio possa incidere nella risoluzione di un rebus.

    Questa è giusta la narrazione di quanto siamo arrivati a concludere oggi su questo straordinario ritratto, le ricerche continuano, e chi avesse nuove piste da suggerirci noi siamo sempre all’ascolto.